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II progetto "linguaggi e attività produttive" alla SSLMIT di Forlì Formazione terminologica per interpreti e traduttori 1. Il Progetto "Linguaggi e Attività Produttive" 2. La simulazione professionale: le commesse di lavoro 3. La parte comune a tutte le esperienze 4. Riferimenti bibliografici 1. Il Progetto "Linguaggi e Attività Produttive" II Progetto "Linguaggi e Attività Produttive" non è soltanto un progetto di ricerca terminologica e di traduzione tecnica, ma anche un'applicazione didattica presso la SSLMIT di Forlì - Università di Bologna. Nato dalla consapevolezza che la formazione dello studente all'interno del mondo accademico non può prescindere da quanto accade nel mondo del lavoro, si inserisce in una prospettiva professionale e più specificatamente aziendale. Aderisce a tale iniziativa un gruppo consistente di laureandi, aventi come prima o seconda lingua straniera l'inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo o il russo. 1.1. Natura del progetto II progetto, avviato nel mese di novembre 1996, ha avuto come momenti salienti di verifica del lavoro svolto, due convegni tenutesi l'uno nel 1996 presso la Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Forlì e l'altro nel 1999 presso la SSLMIT di Forlì. Oltre agli Enti Locali finanziatori del Progetto, hanno partecipato ai convegni, nella veste di relatori e uditori, i rappresentanti delle aziende che prendono parte al progetto, i laureati e i laureandi in terminologia e traduzione tecnica del nostro Ateneo. 1.2. I promotori e gli obiettivi del progettoTra i promotori del progetto vanno ricordati il Professor Marcello Soffritti, Preside di Facoltà e Direttore del Progetto, la Prof.ssa Michèle Lorgnet e il Prof. Franco Bertaccini. Le imprese e gli enti locali hanno dimostrato una pronta approvazione dell'iniziativa e con loro è stato concordato il finanziamento del Laboratorio di Terminologia presso la SSLMIT di Forlì.
Sono stati individuati quattro obiettivi principali:
In tre anni di collaborazione con le aziende e gli enti locali della Provincia Forlì-Cesena in particolare, ma anche dell'Emilia Romagna e delle regioni limitrofe, sono stati affrontati più di quaranta settori tematici e sono state coinvolte circa cento aziende. Queste ultime hanno collaborato e collaborano tuttora attivamente all'elaborazione di traduzioni, interpretazioni e banche di dati terminologici relativi al loro settore di attività mettendo a disposizione dei laureandi i propri specialisti per consulenze di vario genere e fornendo, nella maggior parte dei casi, materiale tecnico di riferimento. 1.4. Il rapporto laureando - aziendaLo stretto rapporto di collaborazione del laureando con l'azienda, tramite il referente aziendale che ci viene indicato dalla stessa, ha una durata media di nove/dodici mesi e finisce spesso col creare un legame di fiducia tra le due parti e col far emergere le capacità operative del laureando al primo impatto con il mondo del lavoro. A volte l'apprezzamento del titolare dell'azienda viene documentato e allegato alla tesi di laurea come momento qualificante dell'attività svolta. Altre volte, tale rapporto si consolida e si conclude con un contratto di assunzione o comunque con l'instaurarsi di un rapporto di lavoro, a riprova del fatto che la figura professionale dell'interprete-traduttore tecnico e terminologo è spendibile anche in un momento considerato critico per l'occupazione giovanile. II lavoro di questo gruppo di ricerca vuole dimostrare che per l'interprete-traduttore tecnico esiste da un lato la possibilità di operare in lingue diverse dalla propria, in un ambito disciplinare specifico, utilizzando materiale attuale, disponibile nelle varie banche dati terminologiche esistenti e accessibile via Internet, e dall'altro quella di creare prodotti linguistici di qualità e attendibilità elevate. 2. La simulazione professionale: le commesse di lavoro 2.1. Fase preliminare: individuazione del settore merceologico, dell'azienda presso cui realizzare il progetto e definizione del progetto di massima La scelta di redigere una tesi in terminologia e di partecipare così al Progetto "Linguaggi e attività produttive" matura in genere durante l'ultimo anno di studi. Tale scelta ha diverse motivazioni:
Una convenzione stipulata fra l'Università e l'Impresa committente legalizza il rapporto fra le parti. 2.2. Le diverse competenze richieste A questo punto emerge la necessità di considerare le diverse competenze di cui il futuro traduttore/interprete tecnico deve apprendere o affinare durante la simulazione di lavoro nell'impresa. Egli infatti si trova a operare come terminologo e terminografo, esperto di normalizzazione del linguaggio in collaborazione con esperti di vari settori, traduttore intralinguistico oltre che interlinguistico, revisore dell'altrui e del proprio lavoro, fraseologo e fraseografo, esperto nella costruzione di corpora linguistici per l'estrazione della terminologia, esperto nella costruzione di corpora linguistici per la traduzione e nell'uso delle memorie di traduzione, nonché esperto di traduzione assistita da personal computer, compito acquisito alla fine dell'esperienza. 3. La parte comune a tutte le esperienze 3.1. Le Direttive CE Come fa notare Cabré (1996: 38), l'attività terminologica intesa in termini globali prevede una pianificazione che non può prescindere dall'individuazione delle necessità e dalla valutazione delle possibilità. Le direttive CE obbligano le imprese costruttrici ed esportatrici a impegnare una parte delle loro risorse nel settore della traduzione tecnica. Data la quantità di manuali tecnici, libretti di istruzione e dépliant illustrativi che devono essere tradotti in lingua straniera, la figura del traduttore tecnico è diventata indispensabile e la ricerca terminologica che questi deve effettuare determinante. La necessità e la possibilità di creare risorse terminologiche cui il traduttore possa attingere è pertanto concreta.Le direttive si dividono in direttive sociali, che riguardano principalmente l'uso dei prodotti da parte degli uti-lizzatori, e in direttive di prodotto, che stabiliscono i requisiti essenziali cui i prodotti devono rispondere per poter circolare liberamente. Tra le direttive di prodotto si distingue la cosiddetta Direttiva Macchine che impone ai costruttori obblighi di carattere linguistico. Le disposizioni più significative sono le seguenti:
3.2. I linguaggi specialistici: la frequenza dei termini specifici È difficile valutare la frequenza di un determinato lessico specifico all'interno di un linguaggio specialistico, poiché esso varia in relazione al contenuto, alla struttura, al grado di specializzazione del testo e al destinatario cui si rivolge. Tuttavia, per quanto riguarda il linguaggio tecnico scientifico, si può dire che, a livello generale, la frequenza di termini normalizzati e concetti specialistici in un testo, è direttamente proporzionale al suo grado di specializzazione e inversamente proporzionale al numero di termini presi in prestito dalla lingua comune o da altre lingue specialistiche. È stato osservato che la frequenza di un lessico specifico all'interno di un linguaggio specialistico supera il 15%-18%. Sulla scorta di questo criterio quantitativo, che non può comunque; essere eretto a parametro di analisi totalizzante, è giusto supporre che il testo analizzato sia di divulgazione scientifica qualora la suddetta frequenza sia al di sotto del 18%-15%. 3.3. Termine e non termine Il laureando è chiamato a saper distinguere in maniera opportuna le parole della lingua comune dai termini appartenenti a un linguaggio specialistico. Il laureando può riscontrare a volte la mancanza di termini standardizzati; si trova allora di fronte a un tecnoletto caratterizzato da forme ristrette all'ambiente aziendale e/o da forme dialettali riscontrabili all'interno dell'azienda per designare utensili, materiali e operazioni. Nel caso in cui tale fenomeno si verifichi con una certa frequenza e con una certa estensione, si assiste a una "determinologizzazione" della lingua specialistica, si è cioè di fronte a un falso terminologico. Dal punto di vista concettuale, il discrimine tra termine e non termine è determinato dall'appartenenza a un sistema concettuale attribuito a un campo dello scibile umano. Dal punto di vista pragmatico la distinzione tra termine e parola dipende da:
3.4. Reperimento del materiale: la costruzione dei corpora La fase di reperimento del materiale è determinante perché su di essa è basata la ricerca e l'analisi ai fini della realizzazione della banca dati terminologica. Nel nostro caso, il materiale viene offerto in parte dall'azienda stessa, che fornisce una vasta quantità di testi originali nelle diverse lingue in cui verrà redatto il glossario terminolo-gico. Il materiale così acquisito soddisfa tre requisiti considerati fondamentali dai teorici della terminologia: i testi devono essere a) redatti in lingua originale, b) specialistici del dominio preso in esame, c) attuali e aggiornati. Per verificare che i termini raccolti non siano meramente ristretti all'azienda o non rappresentino neologismi personali, vengono contattate altre aziende italiane ed estere. Al termine di questa ricerca il materiale di cui il laureando dispone costituisce un corpus ampio, specialistico, attuale, ma soprattutto attendibile. In riferimento ai corpora, adottiamo la suddivisione di Peters e Picchi (1996), che distinguono i corpora mono-lingui dai corpora bilingui/multilingui, e questi ultimi a loro volta in paralleli, ossia testi originali con le rispettive traduzioni, e dì confronto, testi originali in più lingue, tipologicamente affini, che non costituiscono l'uno la traduzione dell'altro. Si tratta, nel nostro caso, di corpora specialistici di piccole dimensioni, costruiti ad hoc, che contengono in media dalle ventimila alle duecentomila parole e che esaminano esclusivamente la dimensione sincronica della lingua. 3.4.1. Corpora di confronto e corpora paralleli: analisi multidirezionaleI corpora raccolti presentano il vantaggio di includere traduzioni tecniche ad alto grado di affidabilità, in quanto effettuate da specialisti madrelingua. Tuttavia sono criticabili sul piano quantitativo e "direzionale":
Un corpus parallelo bidirezionale come quello appena descritto tende a integrare la tipologia del corpus parallelo con quella del corpus di confronto, perché il rapporto tra gli originali, in LI e in L2 viene stabilito in base all'esistenza di caratteristiche il più possibile comuni fra i due sistemi (contenuto, finalità, tipo di autore e di destinatario, ecc.). Un'altra prerogativa del corpus deve consistere nell'inclusione di testi scritti da una pluralità di autori e traduttori allo scopo di poter ottenere dati non limitati alle preferenze stilistiche del singolo individuo (Hasselgàrd 1996).3.4.2. Omogeneità di un corpus Un'indicazione di massima sull'omogeneità di un corpus è data dall'esame della crescita dei type e dei token. Tenendo fermo il presupposto che i testi che vogliamo includere in un corpus sono i più omogenei possibile, se, all'aumentare del testo, si registrasse a un certo punto una flessione netta dell'aumento dei type, significherebbe che i testi aggiunti contengono forme già presenti nel corpus. Viene così segnalato che si è raggiunta una quantità di testi sufficiente perché il corpus sia ragionevolmente omogeneo. Nel grafico (Fig. 2), che mostra l'andamento dei type in funzione dell'aggiunta di token, si osserva:
3.5. L'analisi linguistica fondata sull'uso dei corpora: WordSmith Accanto alla smaterializzazione dei testi, un ulteriore passo in avanti è stato compiuto grazie alla creazione di software per il trattamento dei testi che, come WordSmith (Scott 1997), oltre alle concordanze, permette di osservare fenomeni di natura extralinguistica non rilevabili attraverso una semplice analisi manuale dei testi. La linguistica dei corpora diventa quindi lo studio della lingua fondato su dati empirici ricavati dall'analisi di raccolte di testi rappresentative del linguaggio di un dato dominio. 3.6. Terminologia per la traduzioneLa ristrettezza del tempo a disposizione del laureando lo costringe a un'attività terminografica ad hoc, in cui la scelta dei termini da analizzare è determinata dal testo. Il percorso metodologico seguito è pressoché inverso rispetto a quello consigliato per una ricerca terminologica sistematica:
3.7. Elaborazione del glossario. L'elaborazione del glossario costituisce generalmente la fase principale del progetto. Forniamo qui di seguito un esempio di scheda terminologica trilingue di prima generazione. Il prototipo di scheda adottato è stato recentemente rivisto e completato come di seguito. Il metalinguaggio utilizzato è quello della lingua in cui viene realizzata la scheda. 3.7.1. Aggiunta di immaginiE possibile inserire immagini all'interno delle schede terminologiche a supporto della parte linguistica. Nella terminologia tecnica l'immagine assume spesso un valore fondamentale. Infatti, consultando qualsiasi tipo di documento, dal testo più tecnico rivolto agli esperti del settore fino al materiale più divulgativo destinato a un'utenza più vasta, si nota che le immagini costituiscono una parte fondamentale del testo stesso e quindi un supporto esplicativo irrinunciabile. 3.7.2. Relazioni tra i terminiInsieme agli esperti viene realizzata una mappatura dei termini destinati alla formazione del glossario e creato un "albero concettuale" sull'argomento. Questo tipo di ricerca sistematica, nell'ambito di un dominio specifico, porta a risultati estremamente attendibili poiché è esauriente e rappresenta i concetti nelle loro relazioni reci-proche (iponimi, iperonimi, correlati). In un'attività terminologica multilingue, la sistematizzazione dei termini all'interno di un albero concettuale permette, oltre alla registrazione di un concetto in relazione ai concetti vicini, la definizione esatta dei concetti nella lingua di partenza e poi una registrazione dei termini nella lingua di arrivo, utilizzando la documentazione originale e l'esperienza diretta degli esperti nella loro lingua madre. Il confronto dei concetti nella lingua di partenza e nella/e lingua/e di arrivo consente di determinare l'equivalenza tra i rispettivi termini. Si può in tal modo constatare che i concetti corrispondono, non corrispondono interamente, o addirittura che nell'una o nell'altra lingua non esistono a causa _di un'effettiva "lacuna" nella rispettiva realtà linguistica. Un esempio di sistema concettuale ad albero (in italiano) riguardante le attività geognostiche è visibile nella Fig. 2. 3.7.3. La disposizione delle schedePur essendovi buoni e fondati motivi per preferire alla disposizione alfabetica la disposizione sistematica o logica, alcune raccolte di schede terminologiche sono state ordinate alfabeticamente in conformità alla scelte operate all'interno del gruppo di terminologia. In questo caso l'ordine semantico è comunque garantito dall'istituzione dei link tra le schede. Nei casi invece in cui si è preferito seguire l'ordine semantico per il supporto cartaceo, ci si è avvalsi della sistematizzazione dei termini operata sull'albero concettuale. 1.5.9.3 TERMINALE 3.8. Estrazione della fraseologia Un breve accenno ora al tema della fraseologia.
Nel corso di vari incontri con i tecnici specialisti del settore all'interno delle aziende, vengono affrontati problemi di carattere linguistico, relativi alla selezione dei termini e alla ricerca di equivalenti nelle lingue straniere, nonché di carattere tecnico, relativi a dubbi o quesiti sul funzionamento di alcuni componenti e dispositivi tecnici e sull'eventuale aggiornamento delle definizioni oggetto della revisione del materiale esistente. Durante la fase successiva di compilazione delle schede terminologiche, in mancanza di un documento cartaceo o su supporto informatico da cui trarre i contesti definitori o altre informazioni necessario per avvalorare l'archiviazione del termine, l'apporto di uno o più specialisti può sostituire la fonte scritta. La consultazione dell'esperto è utile anche nel processo traduttivo perché consente di verificare la terminologia adottata dal traduttore. Va infatti sottolineato che "the translation of technical texts requires considerable specific knowledge, i.e. not only knowledge about linguistic rules and structures, but also knowledge about the topic of the text to be translated" (Galinski e Budin 1993: 209). Il ricorso allo specialista diventa pertanto necessario laddove non bastano le conoscenze nozionistiche del traduttore. 3.10. Considerazioni conclusive Possiamo affermare che l'apprendimento e l'affinamento delle competenze enunciate in questo articolo comportano un notevole arricchimento personale. Inoltre, la collaborazione con gli esperti del mondo del lavoro e la simulazione di un rapporto committente/commissionario permettono di far conoscere allo studente una dimensione inedita, in cui l'azione del singolo si ripercuote sul mondo esterno, e contribuiscono ad affinare le sue capacità operative e ad agevolare il suo inserimento nel mondo del lavoro. 4. Riferimenti bibliografici Scarica i riferimenti bibliografici. torna all'indice |
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