Definizione |
Processo infiammatorio del parenchima polmonare causato da batteri, i quali possono raggiungere il polmone per inalazione, per aspirazione dal nasofaringe (soprattutto in condizioni di alterata motilità delle ciglia dell’epitelio respiratorio), per disseminazione ematogena o, più raramente, per contiguità o per ferite penetranti. Stati di immunodepressione (deficit di IgA, mieloma multiplo, disordini linfoproliferativi, chemioterapia, trapianti) o la depressione del riflesso della tosse (coma, anestesia, età avanzata) favoriscono l’insorgenza di polmoniti. Tra i batteri, Streptococcus pneumoniae (gram-positivo) è il più frequente responsabile di polmonite domiciliare nell’adulto sano; nel soggetto ospedalizzato (polmonite ospedaliera) o portatore di fattori predisponenti sono più spesso coinvolti germi gram-negativi (Haemophilus influentiae, Klebsiella pneumoniae, Serratia, Proteus, Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli). Da ricordare la polmonite atipica primaria, causata da Mycoplasma pneumoniae. Il quadro clinico delle forme batteriche è costituito da febbre, brividi, anoressia, malessere, tosse produttiva con espettorazione e dispnea. Nelle forme causate da Legionella pneumophila si associano spesso sintomi gastrointestinali. La terapia prevede antibiotici e antipiretici, e deve essere eseguita sotto stretto controllo medico. Vanno eseguiti esami ripetuti dell´escreato, al fine di determinare l´agente eziologico responsabile dell´infezione: nell´attesa dell´esito dell´antibiogramma, che può consentire un´antibiotico-terapia mirata, vengono considerati di prima scelta un macrolide ( eritromicina, claritromicina e simili) associato a una cefalosporina di terza generazione o a un derivato penicillinico, tipo amoxicillina più acido clavulanico.
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